Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 22 aprile 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Ridisegnato il famoso omuncolo motorio includendo le aree per i movimenti complessi. In tutte le trattazioni di fisiologia della corteccia cerebrale compare la doppia mappa motoria e sensitiva dei giri precentrale e post-centrale dell’intero corpo, che rappresenta la proporzione neuronica corticale delle singole aree somatiche deformando le proporzioni delle singole parti del disegno di un uomo, il celebre homunculus riprodotto nei testi fedelmente da settantatré anni, ossia da  quando il neurofisiologo e neurochirurgo Wilder Penfield con Theodore Rasmussen pubblicò The cerebral cortex of man (Macmillan, 1950), un lavoro avviato nel 1930 e compiuto con oltre 400 craniotomie per la stimolazione con elettrodi della corteccia di volontari svegli in anestesia locale.

Nico Dosenbach, Evan Gordon e altri 46 ricercatori hanno ridisegnato la configurazione della mappa motoria includendo aree responsabili della coordinazione di movimenti complessi e connessioni per il pensiero critico, la pianificazione delle azioni e la fisiologia dell’organismo. La prossima settimana pubblicheremo un articolo di recensione e commento a questo importante studio. [Cfr. Gordon E. M. et al., Nature – AOP doi: 10.1038/s41586-023-05964-2, 2023].

 

Scoperti principi funzionali della rete del linguaggio nella comprensione delle frasi. L’abilità umana di comunicare attraverso la parola è possibile grazie a reti neuroniche che attraversano la corteccia frontale e temporale. È dibattuto il ruolo specifico delle subregioni di questa rete nella comprensione delle frasi. Oscar Woolnough e colleghi hanno monitorato l’attività neurale di pazienti con impianto di elettrodi intracerebrali durante la lettura di frasi di senso comune e di strutture frastiche prive di senso, e, in tal modo, hanno scoperto due distinte reti funzionali estese tra lobo frontale e temporale. La prima rete funzionava con accumulo di significato, la seconda elaborava il senso delle parole in base al contesto della frase.

Questo funzionamento ha rivelato principi di organizzazione della decodifica linguistica del tutto nuovi. [Cfr. PNAS USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2300252120, 2023].

 

Trent’anni di ricerca sui sintomi negativi della schizofrenia: un compendio esaustivo. Un’analisi scientometrica su 27.586 articoli pubblicati dal 1966 al 2022 ha identificato i cambiamenti fondamentali nell’evoluzione della ricerca sui sintomi negativi della schizofrenia, rilevando i lavori che hanno rappresentato punti di svolta nella cultura psichiatrica e le tendenze emergenti negli studi recenti. [Cfr. Sabe M., et al. Neurosci Biobehav Rev. 144:104979, 2023].

 

Sindrome di Gilles de la Tourette: emerse nuove associazioni di rischio genetico. Un gigantesco studio genetico, cui hanno contribuito più di 100 ricercatori di 62 istituti scientifici diversi, ha rilevato nuove associazioni per la Sindrome di Tourette che, come è noto, è un disturbo neuroevolutivo complesso caratterizzato da tic vocali e motori persistenti. Un calcolo di rischio poligenico ha rilevato 57 tratti associati alla sindrome, inclusi fattori psicosociali, disturbi d’ansia e depressione, oltre ad aver confermato l’associazione, per sovrapposizione del rischio, col disturbo da iperattività con deficit dell’attenzione (ADHD), disturbi dello spettro dell’autismo (ASD) e disturbo ossessivo-compulsivo (OCD). Altre associazioni sono state riscontrate con disturbi non psichici, quali diabete di tipo 2 e disturbi del ritmo cardiaco, nei maschi, e disturbi dell’apparato respiratorio nelle femmine. Nel complesso questa analisi ha rivelato la condivisione dell’architettura genetica e fenotipica tra disturbi complessi differenti. [Cfr. Jain P., et al. Translational Psychiatry 13 (1): 69, 2023].

 

Scoperta cruciale sul processo di invecchiamento suggerisce come rallentarlo. La nuova acquisizione è anche coerente con i meccanismi che prolungano la vita per effetto della restrizione alimentare ed è stata confermata in Drosophila, nei nematodi, nei topi, nei ratti e, soprattutto, nell’uomo. Andreas Beyer, Cedric Debes e numerosi altri colleghi hanno rilevato che la RNA polimerasi II (Pol II), che guida il processo di trascrizione, con l’invecchiamento diventa più veloce, imprecisa e tendente all’errore, nel movimento lungo la catena del DNA, in tutte e cinque le specie.

La riduzione dell’apporto calorico e l’abbassamento della segnalazione insulina-IGF, che allungano la vita, riportavano a velocità fisiologica la Pol II riducendo gli errori. Varianti genetiche della Pol II con velocità ridotta allungavano la vita di vermi e insetti, e la riduzione della velocità della Pol II nell’elongazione della molecola di RNA aumentava anche il potenziale mitotico di cellule umane. [Cfr. Debes C. et al. Nature AOP doi: 10.1038/s41586-023-05922-y, 2023].

 

L’orso bruno in letargo rivela un meccanismo di protezione dalla trombosi nell’uomo. Sappiamo che l’immobilità per lunghi viaggi in aereo in persone con insufficienza venosa è sufficiente a causare lo sviluppo di trombi venosi, come mai gli orsi bruni immobili in letargo per un così lungo periodo non hanno questo problema? Hanno un livello basso, ridotto a circa 1/5, di HSP47 (heat shock protein 47), una proteina che legandosi al collagene favorisce l’aggregazione piastrinica. Tobias Petzold, Manuela Thienel e colleghi hanno trovato conferma del ruolo chiave dei bassi livelli di HSP47 nel prevenire l’aggregazione nel topo, nel maiale e nell’uomo, in particolare studiando pazienti affetti da lesioni del midollo spinale e 12 volontari immobili a letto per 27 giorni. Ora si dovrà scoprire il meccanismo molecolare che consente all’immobilità di ridurre l’espressione genica di HSP47 [Thienel M. et al. Sceince 380 (6641): 178-187, April 13, 2023].

 

Le gigantesche foche elefanti dormono in acqua solo due ore al giorno. La foca elefante settentrionale (Mirounga angustirostris) trascorre la maggior parte del tempo in acqua nell’Oceano Pacifico e, per sfuggire a squali e balene assassine, si inabissa a 300 metri di profondità per brevi periodi di quiescenza funzionale. Durante le lunghe percorrenze subacquee, fa dei sonnellini di meno di 20 minuti per volta, per un totale di non più di due ore al giorno. Le particolarità funzionali cerebrali e l’adattamento di tutto l’organismo a questo particolare regime si continueranno a studiare.  [Fonte: Kendall-Bar J. M., Science 380 (6642): 260-265, aprile 2, 2023].

 

Un elefante che sbuccia le banane prima di mangiarle aiuta lo studio dei movimenti complessi. Il movimento complesso nella sua organizzazione cerebrale in termini di pianificazione ed esecuzione è oggetto di intensi studi anche per la sua rarità in mammiferi quadrupedi. Pang Pha, una femmina di elefante asiatico, mangia per intere le banane acerbe e scarta quelle mature con la buccia gialla a macchie marroni; ma se costretta a mangiare le banane mature, le sbuccia a una velocità superiore a quella nostra con una sequenza stereotipata di movimenti: rompe un estremo, scuote e aspira il frutto con la proboscide e getta via la scorza. Uno studio articolato su questo comportamento è stato condotto da Lena Kaufmann e colleghi. [Current Biology 33 (7): 257-258, 2023].

 

 La mente medievale alle origini del mentale moderno e contemporaneo (XIII) è una tematica che stiamo sviluppando al Seminario sull’Arte del Vivere (v. Note e Notizie 21-01-23 Notule; Note e Notizie 28-01-23 Notule; Note e Notizie 04-02-23 Notule; Note e Notizie 11-02-23 Notule; Note e Notizie 18-02-23 Notule; Note e Notizie 25-02-23 Notule; Note e Notizie 04-03-23 Notule; Note e Notizie 11-03-23; Note e Notizie 18-03-23 Notule; Note e Notizie 25-03-23 Notule; Note e Notizie 01-04-23 Notule; 15-04-23) per spunti settimanali di riflessione e discussione: qui di seguito si riportano quelli del tredicesimo incontro.

Il sistema feudale contribuisce in modo decisivo a destinare alla plurisecolare staticità la vita di quell’epoca, attraverso l’immobilismo sociale favorito dal legame esistenziale ed economico alla terra e all’organizzazione funzionale della villa, e garantito da gerarchie ereditarie e destini sociali definiti alla nascita dalla classe di appartenenza.

La scorsa settimana si è annunciato un breve approfondimento in questo incontro sul sistema che, fino all’anno Mille, faceva da contraltare alla città e costituiva tanto una particolare forma di spazio antropico quanto un microcosmo di vita del tempo: intorno a quella che era stata la villa romana della tarda antichità con la sua proprietà fondiaria o curtis, sorge un modello dominicale che costituisce un’unità di produzione in prevalenza rurale, di rapporti sociali e di poteri giuridici e politici, in forza dei quali una parte crescente delle funzioni pubbliche giurisdizionali e amministrative passa nelle mani dei padroni dei fondi indominicati[1] o curtes, che appartengono sia alla nobiltà laica sia alle gerarchie ecclesiali tenutarie di monasteri, chiese e cattedrali[2].

Lo studio delle comunità all’interno della curtis altomedievale attraverso l’analisi dei documenti ha fornito tante informazioni importanti, fra cui il persistere della schiavitù[3] contro la morale cristiana che il dominus dichiarava di seguire. Ma, se questi sistemi sociali pur nella loro statica arretratezza si sviluppano in dimensioni, soprattutto in Francia, non bisogna immaginarli come piccole città: sono composti principalmente dalle famiglie dei padroni e da quelle dei servi, a debita distanza le une dalle altre, e senza corpi, organismi, istituzioni, imprese artistiche e culturali tipiche delle realtà urbane. Per avere un’idea della vita spesso isolata e desolante in queste unità rurali, basti pensare che l’Europa intera, che oggi conta 746,4 milioni di abitanti, nel VII secolo ne contava solo 27 milioni, ossia la metà della sola Inghilterra, e la massima parte della popolazione era concentrata nelle città, che avevano una conta dalle 3.000 alle 10.000 anime. Le grandi città europee potevano raggiungere i 10.000 abitanti, ossia meno di un terzo del comune di Abbiategrasso nell’odierna area metropolitana di Milano.

Si è detto delle ragazze che sognavano di diventare principesse o regine in castelli che potevano vedere da lontano, ammirare in qualche dipinto o solo immaginare da qualche racconto. In un’epoca, in cui l’educazione e poi la personale conduzione di sé erano intese a realizzare modelli ideali, i giovani si sentivano pronti e formati per una vita che intorno a loro non c’era.

Il principe azzurro nasce nell’immaginario delle fanciulle ma esiste davvero: spesso non è un vero erede al trono, ma solo un cavaliere, un mercante o un artista; è sempre italiano o, almeno, finge di esserlo. Gli Italiani suonano il liuto, dipingono, scrivono canzoni, sono spadaccini, cavallerizzi, conoscono il mare e le terre lontane, creano anelli e monili con gemme preziose, studiano i modi per compiacere le fanciulle, hanno un alto senso dell’onore, evitano il peccato e questo li rende senza paura, difendono i deboli e gli oppressi e questo spalanca loro le porte dei monasteri, montano cavalli bianchi come i messaggeri di pace e portano il mantello azzurro come il manto della Madonna, per chiedere la sua protezione.

Non sono pochi i giovani benestanti dell’Europa centrale e settentrionale che vengono nella nostra penisola, oltre che per godere delle bellezze naturali e artistiche, per apprendere l’arte di far sognare le ragazze. Spesso tornano in patria con un cappello piumato, uno strumento musicale, profumi ed essenze rare, piccole opere di artigianato, frutta essiccata sconosciuta nel loro paese e un prezioso lavorato da un maestro sotto i loro occhi, da donare come pegno d’amore alla donna amata.

Dal canto loro, le fanciulle e le donne ancora nubili, per aderire all’ideale angelico di bellezza bionda, mettono intorno alla testa una sorta di larghissima falda di cappello circolare che va dalla fronte alla nuca, vi dispongono sopra le chiome aperte a raggiera e le fanno coprire di sterco, poi fanno cospargere lo sterco di urina e, dopo una lunga e paziente attesa, ottengono che l’ammoniaca e gli altri composti formati nel nauseante impacco scoloriscano i capelli rendendoli biondi.

I modelli femminili prevalenti sembrano essere quelli di borghesi e nobili anche per le ragazze dei ceti meno abbienti delle città, mentre poco o nulla si sa delle figlie dei servi della gleba. L’istituto della servitù della gleba, che includeva i discendenti dei coloni del tempo dei Romani, era così diffuso che il poeta e prelato francese Adalberone di Laon, noto anche come Ascellinus[4], scrive: “La casa di Dio che si crede una, è dunque divisa in tre: gli uni pregano, gli altri combattono, gli altri infine lavorano. Coloro i quali lavorano sono chiamati servi” (Carmen ad Rodbertum Regem).

Ma l’immaginario delle fanciulle europee è ben diverso da quello delle coetanee di Bisanzio, ovvero l’altra faccia del Medioevo, perché diversa è la condizione della donna.

Bisanzio, sulle rive del Bosforo: l’intreccio di culture, civiltà e percorsi tra Oriente e Occidente con tanti popoli protagonisti della sua storia, fra cui Turchi Peceneghi, Russi di Kiev, Armeni, Tessalonicesi, Baresi, Tarantini e tante altre genti. Rifondata nel 330 da Costantino, che la chiamò Nuova Roma, fu subito ribattezzata Costantinopoli[5]. È l’unica città che appartiene a due continenti e, sebbene fosse già da secoli centro di commercio internazionale e teatro di perenni conflitti fra popoli e nazioni diverse, non opera al suo interno sintesi culturali in direzione di un maggiore sviluppo civile, e le donne vi rimangono sottoposte a un regime di controllo speciale.

Il giudice Eustazio elenca le condotte non ammissibili per le donne e soggette a sanzione o, se sposate, giusta causa di ripudio: frequentare i bagni pubblici, andare a banchetti in compagnia di estranei o uscire di casa per andare ad assistere alle corse dell’ippodromo. Una coppia di adulteri è punita a termini di legge con il taglio del naso per entrambi, ma la donna viene rinchiusa in convento; il marito della donna ha due anni di tempo per decidere se riprenderla o lasciarla nell’isolamento religioso[6].

Gli uomini al potere a Costantinopoli possono facilmente ripudiare le mogli: Basilio I, per sposare Eudocia Ingerina, rispedisce la prima moglie alla casa paterna senza alcuna formalità e, da quanto si legge, senza opposizione della Chiesa bizantina; lo stesso fa a sua moglie Romano III per sposare Zoe. La Chiesa bizantina condanna vibratamente il quarto matrimonio di Leone VI e prova ad ostacolare quello di Niceforo II con la vedova dell’ex-Imperatore per ragioni di “parentela spirituale”.

Lo studio dei documenti di Evelyne Patlagean presenta una realtà bizantina ricca di episodi di gretta meschinità, e rileva la mancanza di denaro quale causa frequente di rottura dei fidanzamenti[7]. Non meraviglia che in quella realtà le fanciulle non sognassero un principe azzurro.

Rimane nel Medioevo, più o meno fino all’anno Mille, l’influenza sul comportamento cristiano di quella concezione pagana che confondeva la purezza dello spirito con la pulizia del corpo. I pagani ritenevano impura la donna per il sangue mestruale e gli altri fluidi e secreti suoi propri e il precetto di astensione dai rapporti sessuali in prossimità del parto e delle mestruazioni – adottato dai cristiani in base alle norme ebraiche – era di fatto tramandato come tradizione risalente al sostrato pagano, ma l’idea greco-romana che l’adulterio rendesse sozza e immonda la donna e non contaminasse l’uomo era di fatto tramontata nella cultura popolare, e dal IX secolo la Chiesa stabilisce che la penitenza per il peccato di adulterio debba essere uguale per uomini e donne[8].

In realtà, sulla questione dell’impurità come era intesa in epoca arcaica, Gesù Cristo aveva pronunciato parole chiare e definitive, quando aveva spiegato ai discepoli che temevano di contaminarsi prendendo cibo con mani impure, che è ciò che esce dalla bocca a rendere immondo l’uomo, ossia la parola o l’azione peccaminosa (Matteo 15, 17-20). [BM&L-Italia, aprile 2023].

 

Notule

BM&L-22 aprile 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Il fondo indominicato era la parte centrale del latifondo prossima al polo amministrativo e gestita direttamente dal dominus.

[2] Cfr. Jacques Le Goff, Il Medioevo – Alle origini dell’identità europea, pp. 27-28, Editori Laterza, Roma-Bari 2002.

[3] Jacques Le Goff, op. cit., p. 27.

[4] Cfr. Robert T. Coolidge, Adalberto, Bishop of Laon, Lincoln, University of Nebraska Press, 1965 in “Studies in Medieval and Reinassance History” 2, 1965.

[5] Fino al 1930, quando assunse politicamente il nome turco di Istambul, col quale i Turchi la indicavano già nel 1453.

[6] Cfr. Evelyne Patlagean, Bisanzio X – XI secolo in La vita privata dall’Impero romano all’anno Mille (a cura di Philippe Ariès & Georges Duby) p. 456, CDE (su licenza G. Laterza e figli) Milano 1986.

[7] Cfr. Evelyne Patlagean, op. cit., pp. 456-457.

[8] Cfr. Michel Rouche, L’Alto Medioevo occidentale in La vita privata dall’Impero romano all’anno Mille (a cura di Philippe Ariès & Georges Duby) p. 407, CDE (su licenza G. Laterza e figli) Milano 1986.